In quest’articolo l’autore esamina il concetto di "democrazia" e come nella pratica quotidiana il Capo può farla vivere nel suo Reparto, Compagnia, Gruppo o Sezione.
Raccontando di una simpatica decisione, presa nel Reparto “Vattelapesca 1”, egli ci fa capire che la democrazia non andrebbe intesa come “..un insieme di procedure e formalità” (forma piuttosto che sostanza).
La natura della nostra Associazione mostra, tra i tanti, due aspetti: uno, per cui essa deve funzionare “..in modo decisamente democratico, secondo regole ben precise”, l’altro, legato all’applicazione e rielaborazione del metodo educativo scout.
I due aspetti, organizzativo e educativo, devono rimanere distinti.
Individuando cos’è l’uno e cos’è l’altro, Nilgaya mette in luce l’importantissimo e delicatissimo “..esercizio della funzione di Capo”.
l'articolo è tratto da
3 commenti:
Il caso del “Vattelapesca 1” così come illustrato nell'articolo a firma di Nilgaya, è ottimo spunto per alcune riflessioni, e prendendo in prestito una frase cara al mio amico e fratello Fabio esordisco con: “SARÒ BREVE: ........”
Il termine “democrazia” deriva dal greco (démos): popolo e (cràtos): potere, inizialmente ebbe un significato dispregiativo di “dittatura del popolo, o della maggioranza” ed in tal senso venne utilizzata dagli oppositori del governo ateniese nell'età di Pericle.
Oggi è comunemente intesa come “governo del popolo”, e pur tra le varie forme e distinzioni in cui viene esercitata si può comunemente intendere come un “sistema articolato di ordinamenti teso a dare al Popolo la potestà effettiva di governare”.
Nel senso che più ci interessa, quello di “democrazia associativa” all'interno del CNGEI, il popolo è rappresentato dai soci iscritti all'associazione ed il sistema articolato di ordinamenti è rappresentato dallo STATUTO, (che ESPLICITAMENTE richiama le raccomandazioni e le risoluzioni degli organismi mondiali del movimento scout - WOMS e WAGGS), dal REGOLAMENTO e dai DOCUMENTI UFFICIALI DELL'ASSOCIAZIONE.
È evidente che un' associazione, tanto più il CNGEI ispirato ai valori ed agli obiettivi dello scoutismo mondiale, è specificatamente caratterizzata da una finalità, da uno scopo, (qualcuno direbbe da una “mission” e da una “vision”), inoltre nel corso del tempo codifica e si identifica in tradizioni e simboli; elabora e consolida specifici metodi per raggiungere i suoi scopi, elabora ed evolve gli strumenti più idonei ed attuali per conseguirli nel migliore dei modi.
Infine l'adesione ad un'associazione è una scelta libera e volontaria, il che comporta anche che i suoi soci, democraticamente, nell'aderire e partecipare alla associazione accettino e facciano propri gli scopi, le “regole” e tutti gli aspetti appena ricordati che la caratterizzano.
Fine della prima parte ..........
Inquadrato l'ambito in cui voglio intervenire, torno al Vattelapesca 1, per me è evidente che si parla di un caso che può solo essere esterno al CNGEI, perché se così non fosse già dalla premessa qualcosa non ha funzionato. Si parla infatti di “genitori e parenti degli esploratori” che dopo “settimane di assemblee e comunicati” ottengono “una conquista esemplare”: chi e come si porta il Guidone nonché l'acclamazione del nuovo capo reparto. Non si capisce se in qualità di nonno di un giovane socio, o se socio adulto con un nipote nell'associazione.
Chi vive nel CNGEI, anche solo da poco tempo, sa che l'assemblea si svolge solo a due livelli: quello Nazionale o quello di Sezione. L'ASSEMBLEA NAZIONALE è definita il massimo organo del C.N.G.E.I all' art. 8 dello Statuto Nazionale ed è regolata dall'intero titolo III del Capitolo I – Parte II del Regolamento del CNGEI; L'ASSEMBLEA DI SEZIONE è l’organo decisionale della Sezione e (per chi scrive) è definita all'art. 9 dello statuto della sezione dell'Aquila, ed è regolata dall'intero titolo I del Capitolo II – Parte I del Regolamento del CNGEI.
Ancora più singolare è poi la procedura di ACCLAMAZIONE DEL CAPO REPARTO. Nel CNGEI esistono diverse cariche ELETTIVE, nei vari livelli in cui è strutturata la nostra associazione, ammesso che l'Acclamazione sia assimilabile ad un'elezione. Per brevità tralascio gli organi nazionali e mi limiterò al livello di Sezione.
L'ASSEMLEA DI SEZIONE, a norma di Statuto e regolamento ELEGGE: il Presidente, il Commissario, il Comitato, il Collegio dei Revisori dei Conti e i delegati all'assemblea nazionale. Le cariche di questi organi elettivi sono di durata triennale, e sono comunemente definiti nei documenti ufficiali dell'associazione EDUCATORI INDIRETTI.
Queste sono le uniche cariche elettive previste, e sono responsabili, nei modi e nelle forme previsti dal regolamento, della NOMINA degli EDUCATORI DIRETTI, in particolare di CAPO GRUPPO, DEI CAPO UNITÀ e DEI VICE CAPO UNITÀ, le cui definizioni, caratteristiche, funzioni, responsabilità e competenze sono chiaramente descritti nel regolamento, nei documenti e negli strumenti APPROVATI DEMOCRATICAMENTE dalla nostra associazione.
Nel CNGEI, associazione democratica, e nel nostro “sistema articolato di ordinamenti teso a dare al Popolo(ai soci) la potestà effettiva di governare”, NON ESISTE L'ASSEMBLEA DEI GENITORI, ne esistono MANIFESTAZIONI AUTORIZZATE per l'OCCUPAZIONE della sede di reparto, o di branco che sia. Tanto meno è immaginabile l'elezione per ACCLAMAZIONE DI UN CAPO UNITÀ.
Quindi conseguentemente il “Vattelappesca 1” o è un invenzione metaforica per portare all'attenzione un tema di discussione, che trovo una provocazione interessante, o è un caso reale che non può far parte della nostra associazione in quanto non rispetta i suoi PRINCIPI e le sue REGOLE DEMOCRATICHE.
Fine della seconda parte ..........
..ben detto.
Se ho capito, però, le intenzioni dell'autore, l'attenzione andrebbe accentrata sui Capi educatori e sul loro modo di infondere lo spirito democratico nelle loro Unità: se nel Vattelapesca 1 la pattuglia (che so) Unicorno è risultata meritevole di portare il guidone di Reparto, quella e nessun'altra (fino a nuova prova) può fregiarsi del guidone di Reparto.
I simboli, i giochi, i nodi e anche l'accensione di un fuoco sono strumentali a un metodo educativo affinato e codificato.
Le scelte, le opinioni, le aspirazioni.. quelle sì devono essere quanto più condivise.
Educazione e organizzazione: due facce della stessa medaglia, il bravo Capo, ogni volta che la lancia in aria, sa riconoscere quale lato rimane a vista.
Infine, porrei una certa attenzione sulle diversità (ma anche sulle affinità) tra gli incarichi per nomina e quelli per elezione.
..ma questo a un prossimo post!
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