lunedì 6 maggio 2013

Tutte le piante fanno i fiori

ranne le felci e i muschi, che si riproducono attraverso le spore, e le alghe, che hanno un sistema del tutto particolare,  le piante arboree e erbacee, che vediamo in natura, affidano la loro discendenza ai fiori e quindi al seme.

Al pari della riproduzione animale, anche quella vegetale comporta un organo donatore, maschile  e un organo riproduttore, femminile  , tutti e due racchiusi nel fiore.

L'uomo in questi ultimi secoli ha catalogato e diviso in gruppi e sottogruppi tutte le piante sulla terra che ha potuto incontrare e questa catalogazione sistematica è stata fatta proprio in base alle caratteristiche e alle differenze dei fiori delle piante.

Sta di fatto che ad ogni diversità nei fiori corrispondono anche specifiche differenze nella forma delle foglie, dei rami, del fusto e delle gemme. Proprio per questo motivo il riconoscimento delle piante è migliore nella bella stagione, osservando il rametto, le foglie, il fusto e le gemme; riconoscendo la specie botanica, cui appartiene una pianta, in base sì al fiore, ma anche alla forma, colore, consistenza, etc di queste parti anatomiche.

Le piante a noi più familiari sono riunite in due grandi "divisioni": angiosperme (angio vuol dire "ricettacolo") e gimnosperme (gimno vuol dire "nudo"); queste ultime sono dette anche conifere, cioè portatrici di coni. Le angiosperme sono la stragrande maggioranza, perché oltre alle piante arboree comprendono tutte le piante erbacee.


Nelle angiosperme l'organo maschile si chiama "stame" e l'organo femminile si chiama "pistillo". 

Lo stame è composto da un filamento, che ha alla sommità una sacca, chiamata antera, con dentro il polline: una miriade di "granuli pollinici" di colore giallo.

Il pistillo ha la forma di un vaso con un lungo collo e un piccolo imbuto in alto. L'imbuto si chiama stigma e serve a incanalare il polline dentro il collo, che si chiama stilo, e da lì fino all'ovario, cioè alla base del vaso, al cui interno vi sono gli ovuli, che aspettano appunto di essere fecondati dal polline: un singolo granulo pollinico, dopo un lungo e faticoso cammino, si unisce con un singolo ovulo.


Quando avviene ciò, i petali cadono, l'ovulo si trasforma in seme e l'ovario matura in frutto.

Anche i fiori provengono dalle gemme.
In un preciso momento dell'anno alcune di esse non continuano la crescita del ramo e si trasformano in fiore.

Ma, la natura è molto variegata e, a seconda di quale specie di angiosperma si tratti, esistono fiori con stami e pistilli insieme, fiori con i soli pistilli e fiori con  i soli stami.
È "naturale" che i fiori con i soli stami non potranno mai produrre semi.

Queste tre combinazioni fanno in modo che esistono in natura alcune specie di alberi che hanno i singoli individui con fiori di un solo sesso, queste piante si chiamano "dioiche" e perché possa nascere un seme bisogna che l'esemplare maschio impollini i fiori dell'esemplare femmina.
Le piante hanno sviluppato fiori vistosi, colorati e profumati per attrarre gli insetti, che, cibandosi delle sostanze zuccherine in essi contenute, trasportano il polline da un fiore all'altro, favorendo così l'impollinazione incrociata tra alberi della stessa specie botanica (impollinazione entomofila).

Faggi, noci, pioppi, castagni, querce, betulle, carpini, noccioli e ontani hanno fiori solo femminili e fiori solo maschili, tutti e due sui singoli alberi. I primi sono molto piccoli, quasi invisibili, i secondi molto appariscenti, riuniti in un grappolo pendulo, che si chiama "amento", pieni di polline, pronto a volare al soffio del vento (impollinazione anemofila).




I fiori delle conifere o sono maschili o sono femminili e sono completamente diversi dai primi: entrambi, maschili e femminili, hanno la forma a "cono" (da cui conifere), quelli femminili hanno l'ovulo nudo, non protetto dall'ovario (da cui gimnosperme) e i maschili affidano, anch'essi, l'impollinazione al vento.

Quindi i coni femminili delle gimnosperme non fanno frutti, proprio perché non hanno l'ovario e tutte le altre parti del fiore, tipiche delle angiosperme.





I semi durante la loro maturazione, che dura più anni, sono racchiusi in un contenitore, che si chiama "strobilo": la comune pigna. 


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